Le allusioni a sfondo sessuale rivolte alla collega giustificano il licenziamento per giusta causa: irrilevante la mancanza di volontà offensiva o la presenza in azienda di un clima goliardico perché i comportamenti indesiderati possono costituire molestie. Di questo orientamento la Suprema Corte di Cassazione in sentenza n. 23295 del 31 luglio 2023.